Music's Takin'Over

La musica domina!


“Futura” di Lucio Dalla: l’amore come antidoto alle guerre.

Bologna. Da qui viene un artista, un uomo di cultura che, con la sua scomparsa, ha lasciato un vuoto probabilmente incolmabile nel panorama culturale e musicale italiano. Mi riferisco a Lucio Dalla, non un semplice cantautore, evidentemente. Come non pensare allora, con questi venti di guerra, alla sua Futura. Correva l’anno del signore 1980 e l’artista emiliano chiama direttamente in causa russi ed americani, che poi sono le reali parti interessate al conflitto in Ucraina.

“Chissà chissà domani/Su che cosa metteremo le mani/Se si potrà contare ancora le onde del mare/E alzare la testa/Non esser così seria, rimani/ i russi, i russi gli americani/No lacrime non fermarti fino a domani/Sarà stato forse un tuono/Non mi meraviglio/È una notte di fuoco/Dove sono le tue mani/Nascerà e non avrà paura nostro figlio/ chissà come sarà lui domani/Su quali strade camminerà/Cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani….E se è una femmina si chiamerà Futura…Tutto il mondo sembra fatto di vetro/E sta cadendo a pezzi come un vecchio Presepio…”

Lo vedo ancora, il grande Lucio, grande nella sua semplicità ed umiltà, passeggiare in via De’ Coltelli a Bologna, la via di casa mia quando ero studente, per raggiungere la trattoria “Sale e pepe” ove era solito pranzare.Ad ogni modo, in un’intervista di qualche anno fa, Lucio Dalla spiega come nasce “Futura”. “Futura” è una canzone di speranza, simbolo di un futuro si spera migliore ed è il simbolo di un amore. La canzone fa parte dell’album “Dalla”, anzi, per la precisione lo chiude quell’album dell’80, pubblicato quindi 9 anni prima della caduta del Muro di Berlino. Ed è proprio Berlino un’altra delle protagoniste di questo pezzo, anche se non è mai nominata. In quell’intervista, però, Dalla spiega bene la genesi del pezzo:”Il testo di Futura nacque come una sceneggiatura, poi divenuta canzone. La scrissi una volta che andai a Berlino. Non avevo mai visto il Muro e mi feci portare da un taxi al Charlie Check Point, punto di passaggio tra Berlino est e Berlino Ovest. Chiesi al tassista di aspettare qualche minuto. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi. Ne discese Phil Collins che si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta. In quei giorni a Berlino c’era un concerto dei Genesis, che erano un mio mito. Tanto che mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che anch’io ero un musicista. Ma non volli spezzare la magia di quel momento. Rimanemmo mezz’ora in silenzio, ognuno per gli affari suoi. In quella mezz’ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura.”

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About Me

Sono Manuel M. Buccarella, giornalista pubblicista ed amante della musica. Questo blog nasce dalla combinazione delle due passioni per la musica, la ricerca e l’informazione.

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