Undici anni fa come oggi veniva trucemente assassinato il colonnello Muhammar Khadafi – Gheddafi – dopo otto mesi di “primavera araba”. Gheddafi fu “liquidato” da un gruppo di “rivoluzionari” appartenenti al c.d. CNT. Il colonnello guidò per lunghi anni come dittatore la Libia, paese nordafricano in prevalenza desertico eppure ricco soprattutto di petrolio e gas naturale. Ad un certo punto il suo potere fu messo in discussione da manifestazioni di piazza e gruppi armati a supporto, che ambivano sinceramente alla democrazia ma, anche in questo caso, vi fu un decisivo intervento militare della Nato, soprattutto di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, a sostegno della “svolta democratica”. La Nato bombardò senza alcuna esitazione le principali città del paese, costringendo alla fuga Gheddafi e la sua corte. La Nato perseguiva un regime change, andando assolutamente fuori dalle sue prerogative proprie di un’alleanza militare difensiva, per aggiustare le cose in Libia e per poter mettere le mani sul petrolio. Le cose in verità per la Libia sono andate assai peggio del previsto ed oggi il paese è diviso, distrutto anche economicamente dalla guerra civile.
Con Gheddafi, nonostante la dittatura, vi era un ampio welfare, dal combustibile gratuito al sostegno a vario titolo alle famiglie, alle banche tutte in mano pubblica. Gheddafi voleva realizzare una banca panafricana e contrastare il ruolo del franco francese e del dollaro statunitense in Africa.

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