La politica sostiene che il calo dei prezzi in ottobre sia merito suo. È falso: in realtà la domanda si è ridotta, ci spiega Remo Valsecchi su Altreconomia, per un clima favorevole e gli importatori “spot” hanno solo congelato le consegne. Questo non significa che i prezzi non esploderanno di nuovo. Una soluzione c’è: bloccare le importazioni speculative. Riportiamo di seguito alcune parti salienti dell’articolo de Altreconomia, https://altreconomia.it/i-prezzi-di-gas-e-luce-diminuiscono-e-finita-la-speculazione/
“Adesso i prezzi diminuiscono e, quindi, la politica dimentica gli eventi che avrebbero provocato gli aumenti e si prende il merito spiegando che la diminuzione è merito dei provvedimenti che l’Unione europea starebbe adottando. Un falso prima e un falso adesso. La speculazione, anch’essa, è condizionata dalla domanda e dall’offerta, più alta è la domanda più alta è la speculazione, più bassa è la domanda, inferiore è la speculazione. L’offerta, nel settore dell’energia, è ininfluente essendo costante negli anni e con un andamento ripetitivo anche nei mesi (…) I contratti di importazione sono di due tipi, quello spot, ossia riferito a un’operazione entro tre mesi, e quello “long term”, regolato da contratti ultra-annuali con prezzi fissati e indicizzati al costo del petrolio (Brent).Sono i contratti spot a provocare l’aumento dei prezzi e la speculazione anche se, poi, gli importatori con contratti long term si accodano e attraverso società, magari controllate, fornitrici dell’utente finale, vendono allo stesso con il prezzo fissato dai mercati finanziari. Questa è la ragione degli utili lordi di Eni aumentati trimestralmente di tre volte dal settembre 2021 rispetto a quelli precedenti, e parliamo di miliardi di euro.”

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