Ci ha lasciati il grande chitarrista Jeff Beck all’età di 78 anni.Il musicista inglese è scomparso martedì dopo aver contratto una meningite batterica. Nato a Wallington, sud di Londra, il 24 giugno 1944, Beck è stato uno dei chitarristi rock più influenti degli anni sessanta e settanta, nonché fra i più importanti per l’evoluzione della chitarra moderna, contribuendo alla definizione di questo strumento in un vasto spettro di generi, che include blues rock, heavy metal, fusion e hard rock. Nel corso della sua carriera ha vinto otto Grammy, ha ricevuto l’Ivor Novello per l’eccezionale contributo alla musica britannica ed è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame sia come artista solista che come membro degli Yardbirds.
Gli inizi
Da bambino il suo incontro con la musica avviene con il coro di una chiesa, poi d’adolescente l’incontro con la chitarra. Dopo aver frequentato la scuola d’arte a Londra, iniziò a suonare con gli Screaming Lord Sutch fino a quando, dopo che Eric Clapton lasciò gli Yardbirds, Jimmy Page lo volle al suo fianco nel gruppo come sostituto di Clapton. La permanenza nella band dura solo venti mesi ma segna la storia del rock. Con gli Yardbirds incide un solo disco, “Roger The Engineer”, nel 1966, un album di blues rock e rock psichedelico. Nello stesso compare nel film cult di Michelangelo Antonioni, “Blow Up”, assieme agli Yardbirds, ove interpreta la parte del chitarrista che sfascia sul palco la chitarra elettrica, proprio come Pete Townshend degli Who nei vari concerti (Townshend fu la prima scelta del regista, che poi gli preferì proprio Beck). Lasciò il gruppo dopo 20 mesi di collaborazione, adducendo motivi di salute. Dopo gli Yardbirds nel 1968 Beck approda finalmente alla carriera solista, con la pubblicazione di “Truth”, un intreccio di blues, folk e psichedelia, che diventa una pietra miliare nella storia del rock.
Gli anni successivi.
Gli anni settanta sono quelli della sperimentazione e dell’incontro con il jazz, grazie soprattutto all’incontro con John McLaughlin. Celebre, nel 1975, il suo gran rifiuto ai Rolling Stones: la band cercava un sostituto per Mick Taylor: “Sarei diventato ricco, ma non felice”, fu il commento del musicista. Negli anni ’80 la sua produzione rallenta drasticamente a causa della sua sofferenza da acufene. Nel 1981 si esibisce con Clapton, Sting e Phil Collins ai concerti di beneficenza di Amnesty International’s Secret Policeman’s Other Ball, e torna con il suo primo album da solista in cinque anni, “Flash”, nel 1985. Prodotto da Nile Rodgers degli Chic, il disco rappresenta un cambiamento epocale per Jeff Beck in quanto contiene principalmente brani pop accompagnati dalla voce, una svolta rispetto alla sua produzione in gran parte strumentale degli anni ’70. Con il Jeff Beck Group propone, in collaborazione con Rod Stewart, “People Get Ready”, uno dei pochi singoli di successo di Jeff Beck con il suo nome, entrando in classifica negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, Svezia, Belgio e Svizzera. Negli anni 2000 e 2010, Jeff Beck ha pubblicato solo una manciata di album, ma ha iniziato ad ambientarsi nel suo ruolo di “cardinale del rock” esibendosi con artisti come Kelly Clarkson e Joss Stone.
Nel 2022 l’ultimo lavoro, “18”, assieme a Johnny Depp, che conteneva brani originali scritti da Depp e cover di Marvin Gaye, Velvet Undergrjound e altri. Va aggiunto che Beck è stato anche un apprezzato turnista.

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