Music's Takin'Over

La musica domina!


Il 18 febbraio 1940 nasceva Fabrizio De André.

“La guerra di Piero”

Il 18 febbraio 1940 nasceva a Genova uno dei più grandi cantautori italiani ed europei, Fabrizio De André. Fabrizio nasceva da una famiglia benestante: il padre Giuseppe diventerà prima a.d. e poi presidente di Eridania, la madre Luigia, detta Luisa, era figlia di produttori vitivinicoli. Fabrizio, detto “Faber” dall’amico Paolo Villaggio per la sua passione per i pastelli di quella marca, intraprese una vita diversa da quella sperata dalla famiglia, che lo avrebbe voluto professionista.

“I miei erano abbastanza illuminati da consentirmi di frequentare la strada. Così ho imparato bene il genovese (mentre in casa si parlava, oltre che in italiano, in francese), e ho conosciuto Tina, Alda, Marilina, gente generosa e aperta; figlie di mignotta nel senso autentico della parola visto che le madri facevano quello. La musica si ascoltava a casa, ma non era riconosciuta come mestiere: nella vita si poteva fare l’avvocato, il medico, il bancario, ma non si poteva cantare.”

In circa 40 anni di attività Fabrizio De André ha pubblicato 14 dischi in studio, oltre a diverse raccolte. Ci ha lasciati, solo fisicamente, l’11 gennaio 1999.

“La guerra di Piero”

Lo ricordiamo con un brano purtroppo molto attuale, “La guerra di Piero”.

La Guerra di Piero (1966) di Fabrizio De André, inserita nel primo album “Tutto Fabrizio De André” è non solo uno dei brani più noti e belli del cantautore genovese, ma anche uno dei più famosi, intensi e sensibili sulla guerra.L’ispirazione per questa canzone fu lo zio del cantautore,che aveva partecipato alla campagna italiana in Albania durante la seconda guerra mondiale. Lo zio materno era anche sopravvissuto ad un campo di concentramento. I racconti, il suo ricordo e il resto della vita trascorso alla deriva segnarono nel profondo Fabrizio De André e la sua sensibilità.La canzone racconta appunto la guerra, vista da un soldato che non perde la sua umanità e che, per questo, non riesce a sparare a un soldato con una divisa diversa, verso il quale prova compassione e pietà. Un gesto, però, che gli costa la vita. “E mentre gli usi questa premura, quello si volta, ti vede, ha paura.. Ed imbracciata l’artiglieria non ti ricambia la cortesia…”.La guerra ed il campo di battaglia sono proprio come sono narrati da Faber. La semplicità degli arpeggi chitarristici unitamente alla voce inconfondibile, bassa e al tempo stesso profonda del cantautore ligure rendono questo brano una testimonianza di valore inestimabile della tradizione e della cultura italiana ed europea.



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About Me

Sono Manuel M. Buccarella, giornalista pubblicista ed amante della musica. Questo blog nasce dalla combinazione delle due passioni per la musica, la ricerca e l’informazione.

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