Che l’uomo sia un essere abitudinario è fatto assodato, riconosciuto da tutti, non solo dagli specialisti delle scienze psicologiche e sociali. Possiamo dire che a volta le abitudini, quando si manifestano come mera routine, possono generare noia. In tanti altri casi, invece, le stesse ci aiutano a vivere meglio. È stato dimostrato scientificamente che le abitudini ed i comportamenti ripetuti ci consentono di risparmiare energie mentali, in quanto poste in essere spesso come automatismi e senza necessità di attivare prima il cervello con la sua attività di pianificazione.
La formazione musicale che con maggiore efficacia ed ironia ha rappresentato il fenomeno “uomo essere abitudinario” è quella di Elio e le Storie Tese, che nel 1989 pubblicano “Nubi di ieri sul nostro domani odierno (Abitudinario)”, nell’ambito del loro primo disco ufficiale, “Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu”, titolo in lingua cingalese, che significa letteralmente: Fotti con Elio fino a sborrare.
Il brano che proponiamo, per altro assai ben suonato, è una scherzosa rassegna delle abitudini di un giovane come tanti, condita anche di pratiche demenziali.
Ecco il simpatico incipit :”Sono abitudinario,leggo la targhetta sopra l’ascensore:qual è la capienza, quanti chili porta,poi si apre la porta e non lo so già più”. Poi versi come questo:”Seduto nella vasca,emetto certe bolle che, salendo a galla,corron sulla schiena fandomi felice;giunte in superficie non mi piaccion più.”
Infine il famoso refrain: “Ditemi perché se la mucca fa mu il merlo non fa me”.
Ascolto consigliatissimo!

Rispondi