Il 4 dicembre di ventinove anni fa moriva a Los Angeles di cancro alla prostata il grande Frank Zappa. Aveva quasi 53 anni ed era considerato uno dei geni musicali del XX secolo. Nella sua vastissima produzione, con circa sessanta dischi in vita ed altrettanti postumi, il cantautore e polistrumentista italoamericano ha abbracciato svariati generi musicali, dal rock al jazz al funk, spesso facendone un mix che non consente di catalogare con univocità il suo stile.
Gli inizi si ebbero con il gruppo The Mothers of Invention, con il quale divenne famoso in tutto il mondo nel 1966 con la pubblicazione del concept album “Freak Out!”, primo doppio album nella storia del rock che, per esplicita ammissione di Paul McCartney , ispirò addirittura quell’autentica pietra miliare della musica contemporanea quale fu Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Dopo quel grande successo, Zappa decise di intraprendere una carriera solista molto fertile, ricca di esperimenti, anche se non sempre accompagnata da successo, contraddistinta da un forte senso dello humour (con testi dichiaratamente misogini e volgari), ove si scaglia contro l’ordine costituito, l’industria della musica e i politici («Scrivo brutta musica perché l’America è brutta», dichiarò).
Muffin Man
Muffin Man è il brano di chiusura dell’album “Bongo Fury” di Frank Zappa, pubblicato nel 1975. La composizione, molto intensa, è celebre soprattutto per il lungo assolo, considerato uno fra i migliori del cantautore e chitarrista statunitense. Il brano, che si sviluppa sull’esecuzione della chitarra di Zappa – e sulla batteria – è un pezzo rock che ricorda i Jethro Tull e vagamente anche Santana. Sembra ispirare anche il Prince dell’album “Purple Rain”, grazie alla sua originalità ed alla partitura chitarristica. Nel 2010 il pezzo fu ripubblicato dal figlio Dweezil Zappa, che sovraincise il suo assolo di chitarra a quello originale. Il significato del brano non è chiaro e non è mai stato adeguatamente spiegato da Zappa; secondo alcuni narra la delusione nei confronti della classica noiosa e routinaria vita borghese, più volte attaccata dall’autore.

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