La storia di Matteo Giacovelli, figlio di un pensionato Ilva con gravi problemi di salute, spiegata dal ragazzo su LinkedIn.
“Questo è il mio primo post su Linkedin. E oggi voglio farlo iniziando a parlare di un argomento che purtroppo in Italia ha ancora difficoltà a prendere piede: lo Smart working. Innanzitutto, ciao a tutti! Sono Matteo, ho 25 anni e sono l’ennesimo ragazzo del Sud che, per lavorare, ha dovuto spostarsi al Nord per avere un futuro diverso. Qui nella foto sulla sinistra c’è mio padre, Biagio. 64 anni, carpentiere edile, specializzato nella lavorazione del ferro, ed operaio presso l’ILVA di Taranto. Ho voluto fare questo post oggi, condividendo questa bellissima foto con mio padre, in quanto, oggi finalmente è tornato a casa. A Maggio 2022, a mio padre viene diagnosticato un tumore maligno al colon e di conseguenza ha iniziato l’iter che tutti sappiamo. Chemioterapia e radioterapia. Fino al giorno dell’intervento che è avvenuto 2 settimane fa dove gli è stato asportato il tumore. Ora mio padre ha una stomìa sulla pancia e l’avrà per un pò di tempo (per chi non sapesse cosa sia una stomìa consiglio di cercare da sé su google, per non entrare troppo nei dettagli) e di conseguenza avrà bisogno di qualcuno che lo assista ogni giorno, fino a quando il colon non verrà collegato nuovamente tra qualche mese. Io sono una persona molto fortunata. Sono molto fortunato perché lavoro in una delle poche aziende (purtroppo) in Italia, che si fida dei propri dipendenti e lascia la libertà di lavorare tutti i giorni in Smart working. Dove vuoi, al fianco di chi vuoi. 5 giorni su 5. Questo mi ha permesso da Maggio, fino ad oggi e per i prossimi mesi, di sostenere ed assistere mio padre emotivamente, psicologicamente e fisicamente. A casa, lui ha solo me. E a questo punto voglio lasciare anche un piccolo messaggio per i recruiter delle aziende che ancora propongono l’obbligatorietà di fare “X” giorni a settimana di presenza negli uffici. Sappiate che la libertà e il volto sereno di un padre, non sono scambiabili con una RAL più alta. Non tutto è acquistabile o ha un prezzo. E proprio perché sono una persona fortunata e ne sono cosciente, io nella mia azienda dono tutto me stesso durante le giornate lavorative. E lo faccio con il sorriso e con amore. Questo perché l’azienda si fida di me, ed io, ricambio cercando di portare i migliori risultati possibili. Non per la carriera, non per un aumento di RAL a fine anno, ma perché è il minimo che io possa fare! Mio padre mi ha insegnato che i veri uomini si riconoscono dalla loro affidabilità. Dalla loro parola. Non è cambiato solo il modello di lavoro, ma è cambiato anche come le persone vogliono vivere e le priorità attribuite alla propria vita.
Oggi è Domenica. Qui a Taranto piove. Quindi, vado a godermi ora una profonda chiacchierata con mio padre, bevendo una buonissima tisana calda, in modo da ricaricare anche le pile per iniziare una nuova entusiasmante settimana lavorativa… In smart working!
Buona Domenica a tutti! 😊”
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