Ieri sera ho riascoltato un “vinile ritrovato”, quel The Queen Is Dead che mi fece innamorare degli Smiths nel 1986. In quegli anni tra tutti – U2, Cure etc -preferivo proprio il quartetto di Manchester, soprattutto per la maggiore complessità e completezza delle musiche, oltre che per i testi, che a volte abbracciavano la poetica del decadentismo, come del romanticismo. Apprezzati anche dalle classifiche di vendita britanniche (“The Queen Is Dead” raggiunse il secondo posto, “Meat Is Murder ” addirittura il primo), gli Smiths non ebbero analogo successo in Italia. Tant’è…
L’elemento trainante del gruppo, tanto da conferirgli originalità nella composizione musicale, dai difficili e sognanti arpeggi di chitarra sino allo strizzare l’occhio, in alcuni brani, a jazz e funk, fu proprio il chitarrista di origini irlandesi Johnny Marr. Dopo lo scioglimento del gruppo nel 1987, Marr avviò diverse proficue collaborazioni, a partire dai The The di Matt Johnson a Brian Ferry, sino alla carriera solista come cantautore, che gli ha dato meno risonanza commerciale, ma non minor grandezza a livello musicale e tecnico.
Propongo ora questa bellissima Slow Emotion Replay dei The The, dall’album “Dusk” del 1993. Marr la fa da padrone con chitarra ed armonica a bocca, in un brano ove si sente l’impronta dei disciolti ma mai dimenticati Smiths.

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