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La musica domina!


Nu Genea, con “Bar Mediterraneo” una nuova veste “world”.

Da qualche mese è disponibile il terzo nuovo album del duo napoletano dei Nu Genea, intitolato Bar Mediterraneo. ll duo, composto da Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, musicisti originari di Napoli ma residenti a Berlino, si forma nel 2014 come Nu Guinea e pubblica nello stesso anno l’omonimo EP di debutto.

Il nuovo nome

Dopo l’esperienza piuttosto drammatica della pandemia con annesso lockdown, Di Lena ed Aquilina hanno avuto modo di riflettere a lungo e così hanno deciso di cambiare nome al proprio duo. E allora, via dal nome “Guinea” – epiteto con cui venivano spregevolmente bollati negli Stati Uniti gli immigrati del Sud Italia – sostituito da “Genea” (dal greco “nascita”, appunto).

Il nuovo album

Il nuovo lavoro, sempre inciso per la casa discografica propria NG in collaborazione con Carosello Records, segna un’importante svolta nella denominazione del gruppo come nel genere musicale: Bar Mediterraneo è l’approdo, parziale, verso la world music, proveniendo da funk e jazz fusion.Il disco, poco più di trenta minuti per otto pezzi, scorre piacevole senza abbandonare definitivamente le precedenti sonorità funky, come nella title track che è anche il brano iniziale. Si prosegue con Tienatè e la voce napoletana di Fabiana Martone. Qui si rimane sempre in campo elettro funk, ma con sfumature disco, grazie soprattutto all’incursione degli archi che ci fanno sentire nel pieno degli anni settanta. Ascoltando “Gelbi”, che ospita le percussioni e il canto del tunisino Marzouk Mejri (Ensemble Ida Y Vuelta) su cui ondeggiano, distensive, anche le note di un flauto ney, ecco che ci si trova in ambito world. Si prosegue con Marechià, già pubblicato come singolo nel 2021, in collaborazione con l’artista francese Célia Kameni, che offre la sua voce cantante. La Kameni si destreggia con nonchalance tra lingua madre e napoletano, passando amabilmente da “le soleil lui, il n’attend pas/ je suis là-bas, là-bas” a “lla abbasc’ a Marechià”. Il padrino dell’afrobeat Tony Allen, già batterista di Fela Kuti che nel 2016 aveva già fatto dono ai Nu Genea di alcuni pattern di batteria, su cui i due avevano costruito le tracce di “The Tony Allen Experiments”, rivive nelle percussioni dell’indolente funk di Straniero, ove riecheggiano risonanze alla Donald Fagen.
Ritmo samba in Vesuvio, con i bimbi di una scuola primaria di Barra (Napoli Est), che cantano in coro versi come “So pizz’ ‘e case o so pizz’ ‘e galera/ addò staje chiuse d’a matina a sera/ si’ o purgatorio ‘e tutt’ chesta ‘ggente/ ca vive dint’ e barrache e vive ‘e stient’” per una festosa e sincera cover di “Vesuvio” degli E’ Zezi – Gruppo Operaio, storica band di musica popolare attiva dagli anni 70 e composta, appunto, da lavoratori e studenti. “Rire” è un bel pezzo fusion. La chiusura del disco è riservata a “La crisi”, intenso pezzo jazz funk interpretato ancora una volta da Fabiana Martone alla voce. Il testo è una dolceamara poesia di Raffaele Viviani del 1930: “Dice ‘o pate: Ma addò jammo?/ figlie meie, ccà appena ascimmo/ limitate, addò accustammo/ sò denare ca spennimmo/ Quatto passe, a riva ‘e mare/ si vulite, v’accuntento”.

Insomma, un bel disco dove le sonorità più tradizionalmente funk degli inizi vengono affiancate da atmosfere afro ed etniche. Proponiamo “Marechià”.



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About Me

Sono Manuel M. Buccarella, giornalista pubblicista ed amante della musica. Questo blog nasce dalla combinazione delle due passioni per la musica, la ricerca e l’informazione.

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