“Emancipatevi dalla schiavitù mentale. Nessuno tranne noi stessi può liberare le nostre menti! Non abbiate paura dell’ energia atomica Perché nessuno di loro può fermare il tempo.
Quanto a lungo devono uccidere i nostri profeti mentre siamo da parte e guardiamo?
Alcuni dicono che è solo una parte di esso. Dobbiamo riempire il libro. Non aiuteresti a cantare Queste canzoni di libertà? Poiché tutto ciò che abbia mai avuto Canzoni di redenzione”
In Redemption Song Bob Marley si riscrive un po’ storyteller, cantore folk, anche se in verità in questa canzone non racconta delle storie, tutt’altro.
Diversamente dalla gran parte delle canzoni di Bob Marley, si tratta di una registrazione esclusivamente acustica, con Marley che canta e suona una chitarra folk, senza accompagnamento. Il brano, che è appunto qualcosa di diverso dalla tradizionale produzione reggae di Marley, tuttavia entrato a pieno titolo nella sua tradizione ed in quella della musica contemporanea, risale al 1980, ultima traccia dell’album Uprising. Si tratta dell’ultimo album prima della morte dell’artista, l’11 maggio 1981.
Quando scrisse la canzone, nel 1979, gli era già stato diagnosticato il cancro che lo avrebbe condotto alla morte, e secondo la moglie Rita Marley, stava già soffrendo molti dolori legati alla sua malattia, un tema chiaramente presente in quest’album e in particolare in questa canzone.
Una versione orchestrale di Redemption Song fu inserita come bonus track nella ristampa del 2001 di Uprising, e nella compilation, sempre del 2001, One Love: The Very Best of Bob Marley & The Wailers. Tuttavia, la versione acustica rimane quella più famosa. La canzone, come gran parte delle canzoni di Marley, è centrata sulle sue convinzioni filosofiche e religiose legate al Rastafarianesimo, ma esorta anche a liberarsi dalle catene mentali auto-imposte.
Redemption Song è stata reinterpretata da artisti come Beyoncé, Africa Unite, Elisa, Mahmood, John Legend, Alicia Keys, Stevie Wonder, Lauryn Hill, Rihanna, Arrested Development, U2, Cast, Joe Strummer, Johnny Cash, Sinéad O’Connor, Attaque 77 in spagnolo, Life of Agony, Dave Matthews Band, Majek Fashek, Christy Moore, Ian Brown, Bob Geldof, Outlandish, Pearl Jam, Ben Harper, Keller Williams, Sweet Honey in the Rock, No Use for a Name, Chris Cornell, Manfred Mann’s Earth Band, Amparanoia, il figlio di Marley Ziggy, Toots & the Maytals, Noemi, Noalter, Caufren, Mahmud.
La carriera di Bob Marley
Su di lui molto ci sarebbe da dire, come artista, attivista, interprete e promotore della religione e della filosofia rasta.
Considerato una leggenda già in vita – uno degli album più noti, tra l’altro, si intitola “Legend”, ha contribuito a sviluppare e diffondere in tutto il mondo uno stile di vita identificato con la musica reggae e la filosofia rasta.In riconoscimento dei suoi meriti, un mese dopo la morte fu insignito del prestigioso Jamaica Order of Merit.
Nel 2008 è stato posizionato al 19º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone e all’11º posto nella lista dei 100 migliori artisti sempre secondo Rolling Stone.
Tantissimi i brani ed i successi, tra cui I Shot the Sheriff, No Woman, No Cry, Is This Love, Natural Mystic, One Love, Exodus, Africa Unite, Catch a Fire, Could You Be Loved, Get Up, Stand Up, Three Little Birds, Jammin’, No More Trouble, Waiting in Vain, Redemption Song, Stir It Up.

Foto: Michael Ochs Archives/Getty Images
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