God Save The Queen è inno nazionale o reale in Gran Bretagna ed in Gran parte dei paesi del Commonwealth.L’autore della melodia è sconosciuto; essa potrebbe avere origine da un canto gregoriano, ma a volte l’inno viene attribuito al compositore anglo-fiammingo John Bull, vissuto tra il XVII ed il XVII secolo. In mancanza di regina e con un re al suo posto, l’inno e relativo testo vengono declinati in God Save The King.
Nel 1977, in piena rivoluzione punk , i Sex Pistols producono una loro dissacrante versione di God Save The Queen. Pubblicata in occasione del Giubileo della Regina, la canzone raggiunse il secondo posto nelle classifiche di vendita inglesi. Tratta dall’album Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols, il brano, vibrante protesta all’indirizzo del regime monarchico, lo definisce “the fascisti regime”, per poi chiosare con quel “no future for you”, che assurgerà ad emblema del ’77 e del movimento punk.
Oggi, a 45 anni di distanza, ed in occasione della dipartita della Regina madre, le posizioni dei componenti della disciolta band sulla regina appena passata a miglior vita sembrano più morbide. Rolling Stone Italia ne ha raccolto le dichiarazioni.
“Alla fine, al cordoglio di artisti che hanno reso omaggio alla Regina Elisabetta, si sono uniti anche i suoi più grandi nemici, i Sex Pistols”, si legge nell’articolo. “John Lydon, leader dei Pistols, che si è sempre definito avversario della monarchia, ma non della Regina in quanto persona, come esplicitato in un’intervista del 2017 a Quietus («Non credo nell’obbedienza alla monarchia ma [la Regina] è un essere umano e mi mancherà molto come essere umano su questo pianeta quando non ci sarà più»), ha postato la storica effige di Elisabetta (nella casta versione originale) citando un passaggio dell’inno nazionale inglese, God Save The Queen, “send her victorius”.
I tempi cambiano, le persone (a volte) anche, ma non un brano di culto come quello dei Sex Pistols, che andiamo a vedere ed ascoltare.
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